Tuesday, June 9, 2020

By Maria D'Ippolito

                                          

Sotto il cielo di Calabria

Un girotondo di rondini
si mostra ai miei occhi.
Il mio risveglio repentino
è acqua fresca mattutina.
Sotto il cielo di Calabria
sento vibrare le corde
di un’anima trepidante
di essenze, rimembranze.
Scorrono in me gli albori
di lontane primavere
dove baci e abbracci
erano pane quotidiano.
Voci a richiamare nomi
in luoghi di incanto
sotto lune crescenti
nelle sere estive silane.
Giochi d’acqua lacustri
di pargoli e madri
su soavi rive erbose.
E tu padre, che miravi
i tramonti oltre le colline,
versi leopardiani recitavi
su labbra tremule d’emozione
cingendomi in abbraccio:
“Sempre caro mi fu
quest’ermo colle...”
Cos’io adesso m’appago
rimembrando il tuo volto
che’ l’infinito m’appare
non più cupo e misterioso.
E la Terra di Calabria,
a me sì tanto cara
fatta di gente allegra e solare
riempie mente e spirito
nell’amplesso di un tramonto
o l’alba di un nuovo giorno.
Tu mare, tu terra consacrata
Tu divina fonte inaudita
di lumi e di eccelse menti
sei profumo di ginestre
lungo i sentieri della vita.
A te ogni lode benedetta
A te ripongo ogni speranza.
A te, Calabria mia, m’inchino
e sogno ogni notte di tornare.
Nel desio t’abbraccio da lontano.
E col pensier ritorno al mio mare...

Maria D'Ippolito
(A mio padre)

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